La Generazione Sfortunata
(di Fabrizio Gregorutti)
Dal 1945 ad oggi l’Italia e con lei la Polizia ha dovuto affrontare emergenze terribili, come la mafia ed il terrorismo, le bande criminali del primo dopoguerra e degli anni ’70 ed ’80 ma mai, nonostante tutto, il Paese precipitò nel baratro e mai fu a rischio di dissoluzione, anche se centinaia di Uomini e Donne persero la loro vita per difendere la Patria da mafiosi, terroristi e criminali comuni.
Ma appena sessant’anni fa l’Italia rischiò dì ritornare ”l’espressione geografica” che era stata prima delle Guerre d’Indipendenza risorgimentali. La tragedia iniziò il 10 Giugno 1940 quando gli Italiani entrarono in guerra, convinti che i Tedeschi l’avessero già vinta e che non sarebbe stato necessario combattere. Fu l’inizio di un orrore durato cinque lunghi anni e costati oltre mezzo milione di morti, una spaventosa guerra civile, la distruzione di intere città e la mutilazione dal territorio nazionale di territori etnicamente e storicamente italiani da sempre.
Fu così che la generazione sfortunata, nata negli anni tra il 1912 ed il 1922, si trovò coinvolta nella guerra, inviati sui campi di battaglia balcanici, russi, africani e dai quali in migliaia non tornarono.
A quella generazione appartenevano i ragazzi del Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza ( dal 1943 Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza) che come i loro coetanei delle Forze Armate caddero sul campo, come appartenenti ai battaglioni di motociclisti di stanza in Croazia e Montenegro o all’Ispettorato di Pubblica Sicurezza di stanza in Slovenia e sul confine orientale oppure sul fronte interno, uccisi dai bombardamenti Alleati .
E quando giunse l’8 settembre del 1943, con la resa dell’Italia agli Alleati, anche i Poliziotti si trovarono di fronte a delle scelte, come il resto dei propri connazionali.
Nel Sud occupato dagli anglo-americani gli Uomini delle Guardie di Pubblica Sicurezza si trovarono di fronte ad un Paese completamente anarchico, in preda a bande criminali ferocissime, una per tutte la Banda di Salvatore Giuliano, a rivolte cittadine che sfociavano in stragi e saccheggi, a moti indipendentistici che minacciavano l’Unità del Paese. Erano laceri, stanchi, delusi, equipaggiati con fuciletti da quattro soldi mentre i criminali giravano ben vestiti e bene armati, a volte con la connivenza delle stesse truppe d’occupazione, le quali a volte addirittura strappavano gli arrestati dalle mani di Polizia e Carabinieri, schiaffeggiando agenti e militari. Ma quegli Uomini combatterono disperatamente per riportare l’Ordine in un Paese prostrato dall’anarchia e dalla sconfitta e vinsero, pagando un pesante tributo di vite.
Nel Nord, se possibile, le cose andarono anche peggio. Pochi disertarono per imboscarsi in attesa di tempi migliori. Moltissimi Poliziotti si diedero alla macchia e si schierarono con la Resistenza, dando un importante contributo di Valore e di Sangue alla difesa della Patria da tedeschi e fascisti. Altri disonorarono loro stessi ed il loro Giuramento, entrando a far parte di quelle cosiddette “polizie speciali” che proliferarono durante la Repubblica Sociale. La maggior parte, però, rimase al suo posto, nelle Questure e nei Commissariati. Per la maggior parte erano ragazzi del Sud, con le famiglie isolate dall’altra parte del fronte….dove sarebbero potuti andare? E se anche si fossero dati alla Resistenza chi avrebbe difeso i civili dalla sopraffazioni tedesche, dall’arroganza dei fascisti e, sul Confine Orientale, dalle incursioni jugoslave? Come detto quegli Uomini rimasero al loro posto, a difendere il Paese come potevano. Nella italianissima ( a quel tempo) città di Fiume il Commissario Capo Palatucci, reggente della Questura, salvò migliaia di ebrei dalla deportazione. A Roma il Vicebrigadiere Lungaro collaborò attivamente con la Resistenza, venendo arrestato dai collaborazionisti fascisti che poi lo cedettero alle SS e pagando con la vita la propria scelta venendo ucciso alle Fosse Ardeatine. A Livorno otto agenti vennero fucilati dai tedeschi mentre cercavano di raggiungere le formazioni partigiane per unirsi a loro.- A Firenze la Guardia Ceccherini morì sotto i bombardamenti americani, mentre cercava di estrarre i civili intrappolati sotto le macerie. A Trieste, Gorizia, Fiume, Zara e Pola centinaia di Poliziotti, molti dei quali avevano attivamente collaborato con la Resistenza italiana, vennero massacrati dai partigiani jugoslavi nelle foibe al momento della resa tedesca, colpevoli di essere Italiani che avevano difeso altri Italiani, rimanendo al loro posto.
In questo 25 Aprile dovremmo ricordare anche loro, i Poliziotti della generazione sfortunata appartenenti al Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza e alle Guardie di Pubblica Sicurezza della Seconda Guerra Mondiale. A Nord e a Sud di una penisola invasa da eserciti invasori delle due parti i Poliziotti combatterono nell’ora più difficile della Storia d’Italia. Erano laceri, male armati, delusi, umiliati. In tanti caddero, ma coloro che rimasero in piedi resistettero alla disperazione ed alla tentazione della resa e contribuirono insieme a tanti altri a salvare il Paese dal baratro dove era precipitato, cercando di ricostruire un’Italia migliore.
Non dobbiamo dimenticarli mai!!
Fabrizio Gregorutti.